In questi giorni avrò scritto almeno 10 post. Non sembra? Beh,
effettivamente la pagina è aggiornata al 30/09, eppure ho in testa una lista molto trafficata di parole e
immagini curate nel dettaglio, come se le avessi buttate giù, nero su bianco.
La mente è piena di post-it, appiccicati alla rinfusa:
bigliettini fluorescenti scritti con il pennarello, pezzi di carta bianchi
segnati con un tratto di penna poco convinto, post-it con adesivo resistente e
quelli che volano via dopo pochi secondi.
Avviene sempre una selezione di cosa rimane attaccato e cosa
no, cosa ricordarsi e cosa può volare. Una cosa è certa, dopo poco tempo, una
volta che la cosa è fatta/ricordata, il post-it va cestinato e subito un nuovo pensiero/impegno prende il posto di un altro.
Infine ci sono i post-it giganti, quelli permanenti, dei
super cartelloni srotolati nella testa: sono i pensieri fissi, i mantra che
ogni giorno ripetiamo per darci energia o la storia che ci siamo raccontati su
noi stessi.
I biglietti fluorescenti ci ricordano di fare la spesa,
pagare le bollette, restituire denaro, finire lavori, fare commissioni o comunque
portare a termine azioni di quasi fondamentale importanza. Sono i più usati per le azioni immediate, ma sono anche i primi ad essere cestinati.
Seguono i post- it meno vistosi di quelli che poco importa se
non li ricordi il giorno stesso, la colla è un po’ più resistente e loro sono
lì fino a quando non li appallottoli con una stretta di mano.
E infine ci sono le storie che raccontiamo su noi stessi,
belle aperte nella testa. Sono le storie con cui c’identifichiamo, con cui
condizioniamo le nostre azioni. Sono il ritratto dei nostri comportamenti, del nostro modo di amare e di essere ricambiati,
storie di abbandono, di sofferenza, di paura, di vittorie e sconfitte. Come se
fosse un’unica storia passata che si srotola nel presente portando ogni giorno le stesse
conseguenze.
Il compito di oggi è iniziare a togliere le punes da questi
grandi cartelli, armarsi di gomma, bianchetto e matita, per cancellare e
scrivere di nuovo in maniera labile. Il compito è di prendere le
forbici e trasformare i grandi cartelloni in piccoli post- it, di quelli
fluorescenti che cambiano sempre, colorati in modo differente. Di quelli che non rimangono appiccicati
perché ogni giorno è il vento che li spazza via. Di quelli che si sostituiscono
perché il cambiamento è vita.
Da oggi racconto una nuova storia su di me. Anzi, memore di
quella appena trascorsa, ne scrivo una in cui registro i cambiamenti, i nuovi
incontri, le nuove paure e i modi differenti di accoglierle.
Quasi sicuramente con più coraggio.
La vita non si muove di moto rettilineo- uniforme.
La mente è piena di post - it mossi e distrutti da un soffio di
vento circolare.
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