Azione-Reazione.
Divorati dal turbo-capitalismo, stressati dal lavoro e dalla pressante domanda di produzione, ci siamo trovati di fronte ad un bivio: abbiamo bisogno di guadagnare eppure fuori dall'ufficio c’è
un mondo che ci chiama!
Vogliamo scrivere,
fare sport, passeggiare con il cane, fare volontariato, dedicarci ai figli,
alla cucina e all'artigianato, alle gite in montagna, alle amiche, al mercatino del baratto e alla festa del quartiere. Allora, alcuni di noi, hanno cambiato vita per non farsi risucchiare più dal vortice infernale del troppo lavoro che, visti i tempi, non
porta neanche ad un troppo guadagno.
Poi c’è chi continua ad optare per la carriera e va bene, per qualcuno può
essere importante, ma ricordiamoci sempre
di non tralasciare quel famoso mondo fuori dall'ufficio.
Insomma, ci siamo inventati modi per vivere bene, felici e
con poco, in realtà non si tratta proprio di un lampo di genio, è bastato rendersi
conto che stiamo davvero esagerando e che le equazioni lavoro-vita / guadagno-felicità iniziano un po’ ad inaridire le nostre vite. Oltre a produrre un risultato poco convincente.
Penso che i tempi ci stiano chiedendo una reazione, un modo
di vivere per resistere e combattere attraverso piccoli gesti quotidiani.
Sostanzialmente si tratta di imparare a rinunciare, ritornare al semplice e
ingegnarsi nella vita di tutti i giorni (meno sprechi, più riciclo, alimentazione sana e consapevole, mobilità sostenibile ecc.).
Forse è proprio vero che si fa di necessità virtù.
Così accade anche in amore, dovrebbero infatti iniziare a
pubblicare libri su libri che parlano
dell’arte di amare bene e con poco, dove quel poco può essere inteso come il
super hashtagato less is more.
Una volta, mentre sbirciavo tra l’album
fotografico dei nonni trovai una lettera che mia nonna scrisse al suo amato
lontano. Il bigliettino era piccolo piccolo e, a parte poche frasi d’amore, mi
colpì il fatto che mia nonna avesse ricamato a mano la bustina che conteneva
il biglietto. Niente poco di meno!: aveva cucito dei piccoli fiorellini sul cotone e
creato una bustina di stoffa. Da non crederci, altro che whatsapp!
Io immaginai mio nonno a combattere chissà quale
guerra che riceveva la lettera di nonna, l’annusava e, seppur lontana, la
sentiva accanto. Non c’era da fraintendere nessun messaggio, mia nonna gli
prometteva amore eterno e mille baci se fosse tornato presto tra le sue
braccia.
Certo, se si fossero amati oggi il messaggio gli sarebbe
arrivato in tempo reale, ma non avrebbe avuto i ricami e gli odori di nonna.
Siamo certi che tutta questa tecnologia aiuti l’amore?
Abbiamo accolto con grandi applausi le email, bene, anzi
benissimo, sono indispensabili se pensiamo ad una serie di comunicazioni e file
che viaggiano in tempo reale, e poi una lettera d’amore scritta su yahoo non
sarebbe tanto diversa da una scritta a macchina a meno che non siate quei
nostalgici della carta e dei piccioni viaggiatori che pare siano anche più veloci
delle poste italiane.
E non c’è niente di male perché io, quando voglio scrivere
d’amore e per amore preferisco scrivere di mio pugno le lettere, imbucarle e
aspettare che il messaggio arrivi a destinazione, come se l’attesa e la
sorpresa rendessero il momento della lettura ancora più intenso.
Poi è arrivato facebook e via libera a foto condivise, tag,
aggiornamenti di stato, messaggi pubblici e privati. Gli amanti perdono la loro intimità fanno della propria storia una soap opera in vetrina in cui tutti
i rispettivi amici saranno sempre aggiornati sui luoghi delle vacanze, sulle
varie liti o prossime rotture.
E infine quel maledetto di uozzup, una mitragliatrice di
messaggi, il telefono vibra, tu sei online ma lui no,
-doppio flag
allora ha letto?- Perché è on line e non risponde?-. E via libera ad una forma di
comunicazione che ha portato con sé anche un certo obbligo alla risposta perché quei cazzi di
flag ti fanno fare proprio una brutta figura.
Allora io per amore proporrei il lovedownshifting ovvero l’arte di dare all'amore i giusti luoghi e le giuste parole. Io per amore rinuncerei alla
comunicazione compulsiva da dito più veloce per esser certa che il mio
messaggio non venga frainteso e che abbia il giusto tempo di
lettura e libertà di risposta.
Ora non so se inizierò a ricamare bigliettini, però impugnerei volentieri una penna ad inchiostro blu e scriverei iniziando con la data sul margine in alto a destra, segnando il luogo e aprendo il
capoverso con Caro, per creare subito intimità e lasciare un attimo di attesa
tra la virgola e il rigo successivo dove inizia il vero e proprio messaggio d’amore.
Che, per sua natura, penso debba durare almeno una pagina.
Per le comunicazioni urgenti continuiamo ad usare a piccole dosi tutto il
resto, evitando sempre lo sputtanamento, le parole mozzate e le foto pubbliche
perché il nostro amore dovrebbe essere solo ed unicamente di nostro interesse!
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