venerdì 27 settembre 2013

L’arte di amar dormendo

Incastri, abbracci, gambe che si legano, braccia che si annodano. Facce sovrapposte e nasi che tiran su quell’impercettibile filo d’ aria. Teste che si accasciano sul petto, mani che accarezzano la pancia, addormentarsi con addosso il fiato di chi ti sta accanto.

Dormire insieme, amare e/è sopportarsi.

All’inizio di ogni relazione si aspetta trepidanti il momento romantico per eccellenza, quello che definirà una volta per tutte il rapporto dei due amanti: dormire insieme.
In effetti sì, un bacio pur con tutto il suo innegabile romanticismo non si nega a nessuno o quasi. Baci veloci schioccano un po’ ovunque e non sempre sono il sintomo dell’intimità di una relazione. Per non parlare del sesso, praticato anche in luoghi pubblici dai più avventurosi e poi in macchina, ascensore, sgabuzzini ovvero tutti quegli infratti che ritagliano un po’ di segretezza in situazioni un tantino a rischio.
Ma il sesso, quello bello,  avvolgente e coinvolgente diventa amore quando all’atto segue un lungo abbraccio che  conduce gli amanti al sonno. È così che tutti avvinghiati come animali sfiniti ci si addormenta insieme e, se volontà comune vuole, si ripeterà quel rituale all’infinito finché destino non separerà. Diciamo che questa non è proprio la regola, si potrebbe obiettare che spesso ci si addormenta insieme perché troppo stanchi o ubriachi per tornare a casa, ma per ora consideriamo solo l’aspetto romantico della situazione.
Uno dei momenti ancora più eccitanti è il risveglio insieme, quando gli occhi ancora incrostati dal sonno iniziano ad aprirsi e, in uno stato di dormiveglia s’inizia a sbirciare l’altro/a che ancora dorme. Questa è una perfetta occasione in cui si crea intimità: scopri che il tuo partner dorme con la bocca aperta, o che respirando fa strani versi piuttosto che disseminare bava sulla federa del cuscino. Ma, l’amore guarda con affetto questi piccoli difetti e, in men che non si dica passano i mesi e l’addormentarsi insieme rimane uno degli appuntamenti più desiderati.

Il desiderio cambia un tantino con il passare del tempo e l’alternarsi delle stagioni. Arriva agosto e si registrano temperature infernali, i vetri della camera da letto sono bollenti, bombardati dai raggi del sole per tutto il giorno, piano piano e con fatica boccheggi fino a sera e, dopo aver cenato e lavato i denti insieme arriva il momento di coricarsi. Ti stendi sul letto e cerchi di conservare tutte le energie per respirare, sudi, ti dimeni e, il massimo che riesci a concedere, è una punta di piede che con amore sfiora il suo polpaccio. Di più sarebbe impossibile.
Poi però arriva l’autunno e poi ancora l’inverno e, il corpo dell’amante si può usare come fonte di calore ed è così che con il giungere della sera e l’abbassarsi delle temperature inizi a conficcare le dita dei piedi in ogni fessura di corpo disponibile.

Giunta quindi la stagione giusta per avvinghiarsi penso alla bellezza di quei momenti in cui i corpi sono legati, intrecciati e diventano composizioni sulle lenzuola raggrinzite. Come fiori arrampicanti, edere che lacerano il letto che le accoglie. Sono attimi in cui, seppur con mille movimenti si finisce sempre lì, insieme, annodati per darsi e ricevere calore.

Ovviamente non bisogna generalizzare e, arrivato il freddo, ci sono altri mille modi per addormentarsi beati. Tra questi io consiglio:
-la coperta della nonna (la lana dona calore e, a differenza di un corpo umano, lascia più libertà di movimento);
- la borsa d' acqua calda in casi di estremo freddo ( sui piedi o tra le braccia rimane un ottimo e maneggevole sistema per avere il calore a portata di mano);
- il gatto o il cane (che, con molta astuzia farete addormentare proprio sui vostri piedi in modo da non soffrire per quella fastidiosissima punta di freddo che colpisce le estremità) e infine

- un bel piumone dell’ikea e non se ne parla più.

Ad ognuno il suo calore!



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