martedì 12 febbraio 2013

Nevicando s' Impara.


É facile scrivere post ispirati dalla neve. La neve dà sempre un argomento in più per scrivere, fotografare e riflettere.
C’é chi per un motivo o per un altro può rimanere a casa e godersela, chi invece, fa levatacce mattutine per recarsi al lavoro e non pensa alla neve come ad un fenomeno così piacevole.
Tanto per fare un esempio Francisco, il portiere sudamericano che lavora nel mio condominio, a proposito della neve, ha detto: “La neve è bella solo per fare le fotografie”.

Questo è uno dei tanti punti di vista sulla neve: il mio.

É il secondo giorno che, una volta finita la colazione, mi siedo davanti alla finestra e osservo, aspetto, cerco di capire qualcosa di più sulla neve, di paragonarla a qualcosa di familiare. Anche io voglio la mia poesia personale sulla neve. La mia metafora.

C’è la neve che cade giù dritta, un po’ come la pioggia, ma più morbida. C’é quella che cade giù pesante, come se il cielo si sfogasse in un lungo pianto bianco. C’é la neve che cade a bufera, dove non si capisce la direzione dei fiocchi che viaggiano impazziti nell’aria sbattuti qua e là dalla forza del vento. 
Subiscono la forza del vento senza avere un peso, una forza di gravità che li tiri giù a posarsi.
Perchè la bellezza della neve è proprio quella: fino a quando rimane nell’aria sembra un corpo impazzito senza un verso né direzione, poi quando si posa vedi le sue membra sciogliersi in un atto di pacifica resa. Come i pensieri. 
Ecco la neve farsi mia. Ecco la mia metafora.

Ci sono dei giorni in cui bufere di pensieri si affollano nella mente. Sono tanti e così diversi tra loro, faccio fatica a distinguere la realtà dalle paure, dalle aspettative, dai sogni, dalle speranze e il mio “” impazzisce intento a  seguirli tutti quanti. Come quando la neve subisce la forza del vento.
Poi,  con il tempo, ho imparato a stare ferma, ad osservare i pensieri che si arrendono per terra senza seguirli. I pensieri che cadono giù dritti, morbidi con il loro tempo e la loro direzione.

Continua a nevicare. Questa patina bianca ricopre una terra pronta alla primavera che stava quasi per esplodere. Si sentiva nell’aria. E io capisco un’altra cosa sulla mia neve.

Questo è un tempo di mezzo, è l’intervallo tra due tempi, l’inverno quasi finito e la primavera alle porte. É una neve passeggera, un disagio momentaneo per chi era in corsa verso un altro tempo e già sentiva nel cuore il profumo dei boccioli e delle nuove gemme. Ma é solo un punto di vista.
C’è chi dirà che, se anche fosse un tempo di mezzo, di freddo e di difficoltà, è bello essere in casa, di fronte ad una finestra a vedere come si comporta la neve.

Per dare una nuova immagine al carattere della vita.


2 commenti:

  1. Stare ferma ad osservare i pensieri che si arrendono per terra senza seguirli...richiede una gran forza, perchè spesso i pensieri ti prendono in giro, e quelli leggeri ed evanescenti come fiocchi di neve ti fanno fare traiettorie assurde,tanto che alla fine ti senti stanca come di un viaggio che hai solo creduto di fare. Stare ferma mentre i tuoi pensieri si muovono significa anche avere un centro da cui non spostarsi, se non si decide prima che se ne ha davvero voglia. Perchè quando se ne ha voglia, allora è tutto diverso. Allora anche un piccolo fiocco di pensiero può calmare col suo freddo quella febbre di sogno che ogni tanto ci piglia. Prenderci per mano, mostrarci le infinite possibilità del suo prossimo atterraggio...

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  2. "stanca come un viaggio che hai solo creduto di fare". Esattamente questo. Per questo ho deciso di fermarmi e trovare il centro. Come fosse una casa-base a cui far ritorno, in cui rimanere salda, su cui oscillare senza sentir franare il terreno sotto i piedi. Un abbraccio di quasi-primavera.

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