San Valentino. Giorno 14 Febbraio. Dopo giorni di neve,
freddo e pioggia compaiono i primi raggi di sole che si tuffano nelle
pozzanghere di neve che macchiano le strade.
Uno spettacolo di luce riflessa che sprigiona nell’aria
dolci sfumature di colore.
Ho iniziato a correre alle ore 12 aspettando che l’aria si
riscaldasse: il solito percorso senza allontanarmi troppo di casa visto
l’imprevedibile comportamento del mio ginocchio.
M’immetto nella pista ciclabile e vedo a distanza di 50
metri il mio amico dal collo rigido, il vecchietto senza tetto che si aggira
nel quartiere dove vivo.
Sono felice di rivederlo dopo un lungo inverno. Mi accorgo
che sta bene, ha una barba più lunga, i soliti vestiti logori, le pelle
consumata, la solita parlantina rivolta agli alberi e all’aria. Ha cambiato lo
zainetto, ora ne ha due e molto più grandi del precedente. Mi fermo dietro di
lui, non si accorge della mia presenza e continua concentrato a combinare
qualcosa vicino al palo di un segnale stradale che indica l’interruzione della
pista ciclabile.
Mi chiedo – Chissà cosa sta armeggiando questa volta-, di
solito rovista nella spazzatura per trovare mozziconi di sigaretta che conserva
in tasca e accende all’occorrenza.
-Avrà
trovato qualcosa- ho pensato, privando di senso e di valore qualsiasi cosa
stesse facendo in quel momento a pochi passi da me. In realtà l’unica cosa che
m’interessava era vedere che stesse bene e che questo tempo passato lontano dai
miei occhi e dal quartiere non gli avesse fatto del male e che nessuno gli
avesse rubato lo zainetto.
Faccio la mia corsetta nel parco vicino casa e ritorno
decidendo di percorrere un altro kilometro facendo un paio di giri intorno
all’isolato. Ripasso dalla pista ciclabile e lui non c’era più. Mi avvicino al
palo con la segnaletica per spiare e capire cosa ci fosse di così interessante
in quel luogo per trascorrere del tempo ad armeggiare qualcosa.
Mi affaccio puntando con lo sguardo lo spazio che intercorre
tra il palo e il cartello stradale e un sorriso mi stringe il cuore in una morsa di tenerezza.
Ho scoperto il suo nascondiglio: lì, in quello spazio di
nessun valore e importanza, ignorato dai passanti e dagli abitanti di questa
zona si nasconde il suo tesoro.
Nello spazio di ferro ghiacciato sono conservati i suoi
biscotti in modo tale che nessuno possa vederli o rubarli.
Lui, l’uomo che d’estate dorme sulle panchine e parla con
gli alberi, d’inverno va in giro a nascondere il suo tesoro, come una
formichina.
Non ci siamo ancora rivolti la parola, eppure ora condividiamo
in silenzio un segreto che mi rende ancora più curiosa nei confronti della sua
vita.
San Valentino. Giorno 14 Febbraio. E io non so ancora
spiegare per bene cos’è l’amore. Forse un colpo di tamburo che senti tuonare
forte in mezzo al petto, dura un attimo e riecheggia in tutto il corpo. Fino
alle dita dei piedi. Dura un attimo ed è legato intimamente a quell’attimo.
Dura un attimo e ti senti felice di appartenere a quell’attimo.
Dura un attimo e vorresti che quell’attimo fosse tutta la
tua vita. Dal momento in cui è iniziata fino all’ora della fine. Tutto può
nascere e morire in quell’istante.
Questo sentire è il nostro tesoro. La scatola di biscotti da
nascondere, conservare e custodire. Fino al prossimo raggio di sole.
Che bel san valentino! Ora che conosci il suo nascondiglio puoi fargli una sorpresa e lasciargli un regalino quando non c'è :)
RispondiEliminaSiiiiiiiiii !!!! Ieri gli ho lasciato un regalino. Oggi vedrò se è stata cosa gradita :)
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