venerdì 25 gennaio 2013

Amuleti per la vita.


Durante la mia ricerca tesi giravo per gli stanzoni dell’ospedale, chiacchieravo con i medici, mi sedevo sulle panchine, guardavo gli ambienti, osservavo i pazienti. Alcuni si avvicinavano per parlarmi, emettere versi, altri volevano una sigaretta, una signora con un cappello strano mi chiese un giorno se potevo darle la mia bottiglietta d’acqua e una caramella. Lei girava per il giardino con una borsetta attaccata al petto, la mano era come se sgretolasse il cuoio – questa è mia – sembrava che dicesse, sottraendo agli estranei e al mondo il suo prezioso contenuto.
Una mattina  passeggiavo per il lungo corridoio grigio che separava le stanze dei medici da quelle dei pazienti quando una vecchietta dagli occhi piccoli si avvicinò chiedendo se poteva leggermi la mano, voleva vedere la linea dell’amore e io ebbi paura. Indossava una camicia da notte rosa con dei ricami di cotone bianco scadente sul petto, i capelli erano spettinati, le mani morbide e rugose.
Nello spazio tra i seni pendevano aggrovigliate delle collane di vario genere: perle, medaglioni, pietre colorate e un rosario di plastica bianco di quelli che s’illuminano al buio.
Ci sono degli oggetti che fanno parte del nostro corpo, degli amuleti che ogni giorno indossiamo per affrontare la vita, per aver forza, per scaramanzia, per farci belle, per avere fortuna, per essere speciali. Anelli, collane, braccialetti, simboli religiosi, libri da tenere in borsa senza leggere, fotografie, lettere d’amore chiuse nei portafogli, monetine, banconote straniere in mezzo al gruzzolo di euro che utilizziamo ogni giorno per fare la spesa.
Ognuno di noi possiede qualcosa: il calzino fortunato, le mutande della prima volta, la gonna per i colloqui, la divisa per gli incontri importanti.
Stamattina mi preparavo per andare ad un colloquio di lavoro: doccia, pulizia del viso, ferretti per addomesticare un ciuffo ribelle di capelli, scarpe appena ritirate dal calzolaio, rimmel, matita nera. Mancavano solo il cappotto e la sciarpa, la borsa, il cellulare, l’ipod per tenermi compagnia e il foglietto con le indicazioni scritte a penna durante la colazione.
Mi sentivo ancora nuda. Ritorno indietro, apro la porta della stanza, mi avvicino al comò e capisco cosa manca. Dopo 10 minuti ero fuori di casa, sicura di me, in ordine, al completo.
Sull’anulare della mano destra vedevo l’anello che tempo fa mi sono regalata con i miei risparmi. Costava un po’ tanto rispetto alle mie possibilità, ma tirai fuori i soldi pensando – questo è l’anello di fidanzamento di te con te stessa- e questo bastò per mettere a tacere i miei sensi di colpa.
Sopra la fede un altro anello: una perla montata su una sfera di argento, un regalo di mia mamma che indosso sempre dopo che una mia amica indiana mi ha detto che le perle bianche portano calma.
Il dito medio era stretto da una fascia d’argento, un regalo della persona amata e poi: orecchini avuti in regalo dalle mie zie e cugine e una collana con il simbolo dell’infinito.
Dopo il colloquio ho ripreso il tram e poi ho passeggiato sotto il sole fino ad arrivare a casa. Ho chiuso la porta alle mie spalle, allentato il nodo della sciarpa e annusato l’odore delle stanze. Il cuore ha rallentato i battiti, ho visto le pantofole ai piedi del mio letto e mi sono sentita sicura, protetta, al riparo.
Ho sfilato ad uno ad uno i miei amuleti.
Ci sono luoghi in cui gli oggetti non servono, basta una tuta, un corpo nudo, i piedi scalzi, il respiro, un odore per vivere. Luoghi in cui ti senti piena senza avere nulla, in cui ti senti coraggiosa anche senza ostacoli da superare.
Ma la vita ha bisogno di amuleti.
La vita per ora ha bisogno di amuleti.

4 commenti:

  1. Mi incanti sempre, tu. E non lo dico perchè sei il mio amorino prezioso. Grazie per le tue parole <3

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  2. Grazie a te. Ai tuoi occhietti che si posano belli sulle mie parole.

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  3. Come è vero...amuleti e talismani testimoni di preziose presenze dai contorni confusi. Ma che sai che non puoi non avere con te nei momenti importanti. E' quell'appiglio concreto e ti fa sentire al sicuro nella piccola o grande cosmogonia delle nostre esistenze. Quella magia che ti preserva dall'indifferenza che scolorisce le emozioni, facendo sembrare tutto uguale e tutto deciso. La vita ha davvero bisogno di amuleti. Per te, un mio amuleto di parole, il solo che possa mandarti, a ringraziamento dei tuoi pensieri, a custodia della tua sensibilità.

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  4. che io possa custodirlo con cura e indossarlo con amore.
    Come sempre, grazie*.

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