mercoledì 31 ottobre 2012

Rispondere. Nel tempo

Se una ventina di anni fa qualcuno mi avesse chiesto-cos’è l’amore- io, senza usare le parole, avrei alzato la mia mano cicciotta e avrei indicato con l’indice mamma e papà oppure il nonno e la nonna.
L’amore erano loro che mi davano incondizionatamente amore, loro che mi proteggevano da tutto ciò che non era amore, loro che  dopo anni si davano ancora il bacio sulla bocca.
Io li guardavo cercando in loro l’immagine da dare al mio futuro, ma poi pian piano la mia vita è andata avanti libera e autonoma, senza modelli o schemi fissi, scoprendo l’amore nelle sue bellissime imperfezioni e nei suoi molteplici modi di essere.
Ho avuto coscienza di cose fosse l'amore la volta in cui più ho provato dolore. Faceva più male dei No di mia madre, delle cadute dalla bicicletta, della febbre alta alta che non passa neanche con le medicine, più male dei punti al ginocchio, del dente che cade, più male del mal di pancia dopo mille caramelle gommose.
Non c’era rimedio, nessuna medicina, solo il tempo, qualche lacrima e una parola amica. E così, con l’amore ho imparato ad essere paziente e a capire che tutto passa, perché la vita è tempo, scorre. La vita è acqua, pulisce e rigenera. Nella vita c’è sempre una nuova vita, qualcosa per cui ricominciare.
E con l’amore e la pazienza ho scoperto il punto da cui ricominciare, che molto spesso non è e non sarà l’uomo o la donna che amerai o comunque non solo.
Il punto era dentro di me, nella pancia, nella testa e in tutti gli spazi tra la pancia e la testa. Il punto era nell’aria, nei fiori, nel pane, nelle albicocche appena raccolte, nelle foglie e nel vento che fa SCCCCC SCCCC e un po’ ti culla il cuore.
Oggi mentre rido, cammino, mangio, dormo e amo non saprei cosa rispondere alla domanda “cos’è l’amore”.
Eppure lo sento esplodere, mi sento piena e lo vedo intorno a me. Forse anche questa volta non userei le parole, ma con le braccia mi stringerei forte, poi farei due passi e abbraccerei la persona che amo e infine, come in una danza, aprirei le braccia di fronte a me.
Come a voler raccogliere l’aria, i fiori, il pane, le albicocche appena raccolte, le foglie e il vento che fa Scccccccccccccccccccccccccccccccccc Scccccccccccccccc.

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