Da bimba ero quasi sempre malata, la casetta sul mare era troppo umida e io forse troppo cagionevole. Ho fatto tanto aerosol, ingeriti tanti sciroppi- bianchi, amari, dolcissimi e frizzanti- e, a mali estremi si doveva ricorrere alle punture. Che tortura era per me! Una tortura più torturosa di bere lo sciroppo bianco che mi faceva venire un sacco da rimettere e che, alla febbre e al mal di gola aggiungeva una nausea pesantissima e crampi allo stomaco. Il momento delle punture assomigliava ad una scena di cattura di un animale, mio padre mi bloccava il corpo a pancia in giù e mamma procedeva con l’iniezione. Io gridavo, piangevo, mi dimenavo e mamma mi diceva-non ti preoccupare, facciamo la puntura senza ago- . Mi mostrava la siringa monca, io le credevo e il dolore diventava immediatamente più sopportabile.
Questi erano per me dei dolori terribili che non avrei augurato neanche al mio peggior nemico. Quando non ero malata giocavo, mangiavo, dormivo e niente a parte la febbre, i virus e i malanni vari potevano procurarmi dolore.
Poi sono passati gli anni, i dolori non erano più solo nel corpo, ancora ricordo il trauma della ceretta. Dolore sul corpo, sensazione diversa, prevedibile e, possibilmente evitabile.
Dopo altri anni ancora sono morti i miei nonni e lì ho iniziato a conoscere i dolori del cuore, quelli che senti nel e sul corpo, ma non sono nel corpo e neanche prevedibili ed evitabili. I dolori del cuore ti attraversano e basta e tutto quello che puoi fare, al massimo, è essere brava a farti attraversare senza cadere a pezzi.
La morte, come l’amore. Una persona cara viene strappata dalla tua vita o la lascia volontariamente, puoi piangere e disperarti come se ti stessero per fare una puntura con l’ago, ma il dolore lo senti e non dura il tempo di una siringa.
Il dolore dei grandi va in profondità, oltre la pelle, la carne e i muscoli. Il dolore scava, ti lacera e ti cambia e quasi mai riesci a togliere l’ago dalla sua sommità.
Ma dopo ti senti diversa, come se avessi appena fatto una cura. Lì, dove qualche giorno prima ti sentivi esplodere, dilaniare e impazzire, si stende un velo di pelle nuova con un tessuto robusto, carne rossa con vene che pompano sangue e ti danno una nuova energia. È un altro strato di te che farà da mantello per proteggerti dagli eventi della vita, quando il dolore arriverà e urterà contro una corazza
delicata, invisibile, dalle trame complesse come un abito, uno strato di pelle rovesciata a diretto contatto con il mondo.
Scrivo questo post affinché ogni parola possa baciare e consolare le lacrime di un’amica. Questa notte sono cadute come pioggia, io le sentivo e solo ora riesco a consolarle.
Quest'amica è una persona fortunata ad averti come amica :)
RispondiEliminaGrazie. Anche io ad avere lei :)
EliminaE, a proposito di amiche, ho saputo da Mari della super mega coincidenza.. Quant'è piccolo il mondo, anche sul web :)
... A me il dolore all'anima non è ancora riuscito a farsi che in me si formasse quello strato di pelle protettivo...
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