venerdì 31 agosto 2012

Simulazione di un viaggio

Sveglia ore 6:45, poggio i piedi per terra e mi sento forte. Cucina - Colazione - Apro la finestra.
Quest’aria quasi-autunnale non può che far bene e questo profumo di foglie bagnate e terra umida è sicuramente energizzante e, tra gli ingredienti del buon umore, inserirei anche il fatto che oggi è venerdì e che ho programmato un week-end fuori Milano.
Purtroppo ho lasciato la bicicletta in cortile e ho raggiunto il lavoro un po’ a piedi e un po’ in tram. Appena uscita dal portone mi sono disegnata in mente uno schema tattico del percorso: passeggiare fino alla fermata del tram, arrivare a metà strada, cambiare di nuovo tram e fare un altro pezzo di strada a piedi (voglio precisare che 1)non mi piace prendere la metro 2)non sono una folle né una perditempo 3)non ho fatto tardi al  lavoro 4)svegliarsi un quarto d’ora prima non può che far bene per concedersi una bella camminata).
Salita sul tram mi sono sentita come una turista, una viaggiatrice che per la prima volta percorreva quella strada. Il cielo era un po’ grigio, quasi come fosse ancora buio e per le strade c’era già qualcuno con le maniche lunghe. Ho cercato un posto accanto al finestrino per godermi il viaggio e ho spiato con estrema curiosità cosa accadeva giù per strada. Il chioschetto che di sera spara musica latina ad alto volume era ancora chiuso, ma accanto il giornalaio aveva già fatto un’oretta di lavoro e salutava cordialmente i suoi clienti abituali. Il tabaccaio iniziava a distribuire le prime sigarette della giornata e i bar erano un via vai di persone ancora un po’ assonnate che si coccolavano con una bella colazione. I corridori dell’alba finivano la loro corsetta e si dirigevano verso casa per una bella doccia e i barboni iniziavano a svegliarsi e a sgranchirsi le braccia sotto le coperte.
Arrivo. Scendo.
Le strade sono tutte bagnate e una nuvola pesante poggia il suo grembo sulla testa del Duomo, come se un pinnacolo dovesse bucarla per poi tornare a piovere. Guardo curiosa tutti i passanti  e respiro come se non fossi mai sazia di aria. Vorrei passeggiare per tutto il tempo, continuare a spiare le giornate altrui e poter, per un attimo, farne parte. Come una turista comprerei una mappa della città per potermi orientare e poi perdermi nelle strade con la gente.

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