Finalmente
un po’ di riposo bisbigliava stamani la stanca Milano mentre si stiracchiava lasciandosi alle spalle gli strapazzi
della fashion week appena conclusa.
E
come darle torto: una settimana piena zeppa di eventi, di negozi che
esplodevano di gente dalla mattina alla sera e a volte anche di notte, modelle
che correvano da una parte all’altra della città mettendo a dura prova gli
esili corpi, musica, traffico su traffico e tutta una serie di personaggi
conciati per le feste.
Uomini con le gonne (pare che quest’anno vada di moda il
kilt per non so quale Givenchy-Gucci-Chicchesia professía), donne total black,
scarpe altissime, zeppe come trampoli e poi borsette portate con la manina
appesa che fa molto chic ma anche snob, occhiali da sole tondi tondi anche
nelle ore più buie e capelli tirati-rasati-laccati-colorati-metà e
metà-lunghissimi-da frate e sempre con un po’ di chatouche che non guasta mai.
Insomma, il mal di testa solo a capire come va di moda il ciuffo quest’anno. Anzi
dilemma fondamentale: va il ciuffo o la frangetta?
E
poi che fatica correre da un negozio all’altro, da una sfilata all’altra,
prendi il tram, chiama il taxi, corri verso la metro prima che chiuda. Un
affanno questa moda!
Poi
c’era chi, in V. Piranesi n°10 presso i Frigoriferi Milanesi allestiva pian
pianino il proprio spazio espositivo per partecipare alla 4° edizione del So Critical
So Fashion, evento dedicato ad una moda slow, fatta di ago e filo, macchine da
cucire, materiali di recupero e tagli sperimentali.
In
un grande edificio e lontano dalle passerelle, gli artisti
incontravano personalmente i propri buyer avendo l’occasione di raccontare la
storia del prodotto ed il progetto di base.
Per
ogni articolo un’idea, una bella pensata originale e artigianale, insomma dei
veri e propri lampi di genio.
Inoltre camminando lungo i corridoi addobbati e visitando gli stand i visitatori e futuri acquirenti potevano finalmente trovare risposta alle domande Cosa
sto comprando? Chi ha realizzato questo abito? Di che materiale è fatto? Da
dove arriva questa lana?
In questo modo l'acquisto diventava occasione di dialogo con i singoli espositori che oltre a vendere le proprie produzioni raccontavano di sé in uno scambio sano e divertente di merci, notizie, nuovi
progetti, conoscenze e creatività.
In Via Piranesi n° 10 il comprare si realizzava come un momento di
relazione in cui il denaro paga ricostruendo passo per passo la storia del prodotto e premiando l’idea più
bella e originale.
In
un piccolo quadrato di 9 mq esplodevano i colori dei capi di sartoria
realizzati dal Lab Procaccini 14 http://www.laboratorioprocaccini.it/index.php?lingua=ita, Onlus fondata nel 2000 che ha come scopo
l’inserimento lavorativo di persone con disabilità mentali attraverso attività
di ristorazione collettiva e catering, laboratorio di sartoria artigianale e
servizio di imbiancatura.
Durante
l’evento So Critical So Fashion il Laboratorio Procaccini ha partecipato
esponendo le proprie creazioni artigianali: abiti da donna, borse e accessori http://www.laboratorioprocaccini.it/index.php?idpage=13&lingua=ita .
Quanti colori e quanta creatività! Questo è proprio il caso di raccontare una
storia attraverso il prodotto: ogni abito confezionato e venduto è stato cucito
con cura e precisione pensando alle esigenze femminili e conciliando gusto e
comodità, originalità ed eleganza senza rinunciare alla qualità dei tessuti e
alla loro praticità. Questi non sono affatto abiti prodotti in serie, dietro
ogni cucitura, piega, orlo e merletto è custodito un lavoro minuzioso di un
piccolo laboratorio che con passione, arte e non poca fatica confeziona un progetto
comune che caso per caso diventa una
maglia, una mantella, un vestito piuttosto che una borsa.
Grazie
a questo evento di moda critica ognuno di questi progetti di collaborazione
artistica e di solidarietà è stato protagonista di una sfilata di colori e creatività in cui la moda è scesa dal piedistallo per
incontrare la gente e raccontarsi.
Senza
rinunciare al Fashion ma in maniera assolutamente So critical.
Condivido pienamente l'ottimo articolo. ...è la rivincita della "mani-fattura" virtuosa, quella di pazienti mani che creano dal nulla, seguendo quella magica e invisibile idea -Bella e Buona- che è nella mente del "mani-fattore".
RispondiEliminaDalla contemplazione alla creazione, al di là delle mode del momento e delle produzioni in serie!
Abbracci cari
Babundo.