Mezzo pieno

Capitano giornate in cui le ore rotolano pesanti come sassi, in cui diventi una sola cosa con il ticchettio dell'orologio che indossi e sin dalla mattina inizi a fare il conto alla rovescia affinché arrivi presto sera perchè si sa, il domani porta sempre un altro giorno.

Oggi ho aspettato per tutto il tempo di far ritorno a casa, di sprofondare con i piedi nudi nelle pantofole e liberarmi dagli umori della giornata.

Presa la bicicletta ho pedalato come se andassi incontro al mio primo appuntamento d'amore, fino ad arrivare a destinazione.

Apro la porta-Profumo di ginger e vaniglia che mi abbracciano e mi massaggiano la mente.

Sfilo gli anelli, la collana e do un'occhiata alle piantine come una mamma che ritorna dal lavoro.

Poi via le scarpe, una alla volta, come a volersi liberare da un'armatura ingombrante. Giù i pantaloni, su la maglia- Tocco il parquet con la punta dei piedi, sensazione di freschezza e libertà. Cammino in casa senza meta, ancora in mutande facendo finta di far qualcosa. Sposto oggetti, apro la finestra e mi getto a peso morto sul letto, come se volessi abbracciarlo o accomodarmi nel suo abbraccio. Beatitudine e profumo di bucato. Ritorno bambina, chiudo gli occhi. La giornata incomincia da qui, da queste lenzuola bianche un po' sgualcite che portano nelle pieghe il peso della notte.

 Sento la giornata scivolare giù per il corpo fino a perdersi nell'aria, passa dalle tempie e dagli occhi, attraversa il cuore e la pancia, poi le gambe, le caviglie e i piedi, poi scompare e mi sento come se un fantasma avesse abitato per 12 ore la mia carne. Finalmente il mio corpo ha tregua e i miei pensieri tornano semplici e felici.

Sorrido all'aria, ai muri, alla luce ormai timida e sprofondo con la faccia nel cuscino respirando questo momento prezioso.